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Assisi: Omaggio a Rossini sul sagrato di San Francesco

Recensione dal “Quotidiano dell’Umbria” di domenica 8 agosto 2018

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L’anno del centocinquantesimo della morte di Rossini è stato preso molto sul serio da Omaggio all’Umbria che dopo l’exploit del Mosè al duomo di Orvieto si è spostato sul sagrato della basilica di San Francesco per commemorare il grande pesarese con un complesso di denominazione controllata.

La Gioachino Orchestra è infatti formata da ragazzi dai  tredici ai sedici anni,  ha sede in Pesaro e si avvale della tutela di un progetto sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio della città di Rossini. Sono cinquanta giovanissimi strumentisti preparati da serissimi professionisti che operano sotto il patrocinio della Unione Montana Alta Valle del Metauro, dalla Provincia di Pesaro-Urbino e dalla Regione Marche.  Laura Musella, la sovrintendente del festival umbro, l’ha già usata in altre occasioni, ma stavolta la pertinenza dell’occasione commemorativa aggiunge valore  a un concerto che già di per sé si presenta vincente.

Il luogo, prima di tutto, dotato di una acustica straordinaria, l’orario vespertino, col sole che prima di tramontare si riaffaccia tra le nuvole, e il pubblico che affolla l’area sacrale, stupito di trovarsi al cospetto di un’orchestra sinfonica  che raccoglie il meglio dell’entusiasmo che i giovani sanno sollevare quando si cimentano con le produzioni più eccellenti del repertorio. Neanche il vento, presente con severe folate, riesce a distogliere l’attenzione dei ragazzi dai leggii, superando quello che è uno dei maggiori ostacoli nelle esecuzioni all’aperto. Sembra un idillio, anche quando spuntano i due giovani militari posti a sorveglianza della manifestazione, chiaro segnale di come anche il nostro paese si sia involuto in un gorgo di insicurezza e di “tremore”. Si fa finta di non vederli, ma ci sono e sono necessari.

L’orchestra giovanile della Provincia di Pesaro e Urbino era nel sagrato per onorare il nome di cui si fregia con una sequenza di ouvertures e sinfonie dalle opere con cui Rossini  ha cosparso la sua laboriosa vita, guadagnandosi un posto nella storia dell’umanità. Soprattutto del suo benessere, perché non ci sono dubbi che questi piccoli gioielli strumentali  producono quell’entusiasmo che in ogni occasione rimbalza dai leggi al pubblico in  circuito elettrizzante dove la forza comunicativa delle idee si fa concreta emozione.

Certo nella riproduzione di un percorso strumentale ci sono piccole ingenuità da parte dei giovani esecutori, messi a dura prova da un ritmo di riproduzione serrato e contenuto  entro i limiti che dalle diciannove non deve superare l’inevitabile scroscio di campane con cui i padri francescani  salutano la calata del sole. E in effetti si fa appena in tempo, con un fuori programma che è nientemeno che la celebre “Danza”, una tarantella con cui Rossini amava ricordare la città dei suoi massimi trionfi, la Napoli del teatro san Carlo, all’epoca uno dei maggiori centri di produzione musicale europea.

In mezzo, curate dal direttore Massimo Sabbatini, ci sono cinque tra le più celebri ouvertures di Rossini, precedute dalla cosiddetta Sinfonia di Bologna, un pezzo con cui il pesarese salutò i suoi studi felsinei, dimostrando che in quel Liceo Filarmonico pedante e ostile alle novità non aveva proprio imparato niente, perché lui la musica l’aveva succhiata col latte materno.

Si sono susseguite i guizzi e i ghiribizzi  del Tancredi, l’opera dei Pupi siciliani, del Signor Bruschino, una farsa da Lino Banfi, l’Italiana in Algeri, presaga di quanto oggi stiamo vivendo e con scarso umorismo.  La Cenerentola, con quel sussieguo tutto viennese ha preceduto il finale del Barbiere di Siviglia, lucente come un marmo di Carrara, fragile e prezioso come un lampadario di Murano.

In apertura di concerto la sinfonia del Matrimonio Segreto di Cimarosa.  Il musicista di Aversa è stato il cruccio del Rossini giovanile. Lui, che aveva una bella voce di baritono, quando era ospite nei salotti, veniva sempre pregato di cantare qualcosa di questa partitura “felice”, ma ormai polverizzata dalla lettura del “comico” con cui il pesarese aveva deflagrato: i contemporanei, Stendhal per primo, ci misero un po’ a capirlo. Poi non glielo chiese più nessuno.

Stefano Ragni

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La GO al DUOMO di Orvieto

Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, ruolo di primo piano per la Gioachino Orchestra nel prestigioso festival “Assisi nel Mondo” di “Omaggio all’Umbria”: fra i protagonisti di questa edizione Riccardo Muti, Donato Renzetti, Uto Ughi, l’Orchestra e Coro del Teatro San Carlo di Napoli, I Filarmonici di Roma, l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, la Philharmonische Camerata Berlin, I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino, la Leeds Youth Orchestra e altri.
Due appuntamenti per l’orchestra giovanile della provincia di Pesaro e Urbino. Prima del concerto nella Basilica di San Francesco ad Assisi, il 7 luglio, ci attende lo splendido Duomo di Orvieto, 16 giugno.

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Il Concerto rossiniano sul Resto del Carlino

Carlino Fine

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Domani, 2 maggio, la GO al Teatro Rossini di Pesaro

Quotidiani e settimanali ricordano l’imperdibile appuntamento con la Gioachino Orchestra e la musica di compositore pesarese al Teatro Rossini di Pesaro. Direttore Sebastiano Rolli, voce recitante Cristian Della Chiara.
La biglietteria del Teatro sarà aperta domani dalle 0re 10:00, in alternativa biglietti online su Vivaticket (clicca qui per acquistare)

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Rossini150 il 2 maggio al Teatro di Pesaro

pesaro-al-via-le-celebrazioni-per-rossini150La Gioachino Orchestra, orchestra giovanile della Provincia di Pesaro e Urbino costituitasi nel 2012 e già con importanti esperienze e successi alle spalle, dedica al celebre compositore pesarese da cui prende il nome una serie di concerti con le sue più celebri Sinfonie. Il progetto – sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio, Provincia e Comune di Pesaro, nonché dell’Unione Montana dell’Alto Metauro – vede i ragazzi dell’orchestra affiancati da coetanei provenienti dal resto d’Italia: 55 giovani strumentisti provenienti da 9 regioni che si incontrano per studiare e approfondire le modalità esecutive della musica rossiniana sotto la guida di esperti tutor e prime parti di importanti orchestre nazionali e internazionali.

Il programma fa dialogare, a duecento anni di distanza, i giovani musicisti della Gioachino Orchestra con il Rossini ragazzo, mettendo in luce il talento dei primi e il genio del loro coetaneo predecessore. Il concerto di debutto si terrà a Pesaro – 2 maggio 2018, Teatro Rossini, ore 21:15 – e sarà diretto dal Maestro Sebastiano Rolli, uno dei direttori più apprezzati del momento, anche a livello internazionale, e che fra l’altro ha accompagnato più volte il tenore rossiniano per eccellenza, Juan Diego Florez, in recital e tournée.

A ripercorrere il furore del giovane Rossini e a dargli voce sarà l’attore e regista pesarese Cristian della Chiara.

Biglietteria Teatro Rossini da mercoledì a sabato ore 17:00-19:30 e nei giorni di spettacolo ore 10:00-13:00 e dalle 17:00 a inizio spettacolo.
Posto unico € 10:00
Ridotto € 5.00*
*Ridotto Under 24 e soci Gioachino Orchestra.
Biglietti on line VIVATICKET

Manifesto 100x70-con il contributo di:
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GO to America al Teatro Sanzio di Urbino

Un nuovo grande appuntamento con la musica al Teatro Sanzio, grazie alla collaborazione tra Università Carlo Bo e Comune di Urbino. Sulla scena la Gioachino Orchestra diretta dal pluripremiato Maestro Michele Mangani, per il concerto gratuito “Go to America” durante il quale l’orchestra, espressione del talento dei giovani della Provincia di Pesaro e Urbino,  eseguirà musiche di Benjamin Britten (Simple Symphony, op. 4), Leonard Bernstein (West Side Story, Selection), Alberto Ginastera (Danza del trigo, da Estancia, Op. 8), Arturo Marquez (Danzon No. 2 e Conga del Fuego Nuevo) e Astor Piazzolla (Oblivion).

Ingresso gratuito previa registrazione pigiando qui (link al sito dell’Università di Urbino)

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